Arriva il Si della Camera
Il provvedimento è ancora fermo al Senato
Le cronache di maltrattamenti e abusi su disabili, bambini e anziani spingono il Si della Camera.
Negli ultimi mesi abbiamo potuto leggere nostro mal grado di tanti fatti di cronaca, in cui dilagavano maltrattamenti, abusi e soprusi su bambini, picchiati, umiliati, soggetti ad azioni punitive al di fuori di ogni morale, insultati, maltrattati. E altri casi ancora di azioni di violenza inaudibile su anziani e disabili.
Il susseguirsi di episodi di cotanta violenza fisica e psicologica nei confronti di persone fragili e indifese ha accelerato il percorso del disegno di legge della Camera sulla introduzione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso in scuole, asili nido, case di riposo e centri socio-assistenziali.
Il provvedimento è ancora fermo al Senato, ma ciò nonostante diverse Regioni hanno già messo a disposizione fondi e risorse per aumentare i livelli di sicurezza nelle scuole e strutture socio-assistenziali pubbliche e private.
Il Disegno di Legge “anti- maltrattamenti”
Il DDL è stato approvato dalla Camera dei deputati nello scorso 23 ottobre 2018. La proposta di legge introduce la videosorveglianza negli asili e nelle strutture socio assistenziali che si occupano di anziani e disabili.
Si riportano i punti salienti:
ART. 1.
(Vigilanza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia):
1. Gli asili nido comunali e privati e le scuole dell’infanzia statali, comunali e paritarie possono dotarsi di un sistema di videosorveglianza costituito da telecamere a circuito chiuso con immagini criptate, al fine di garantire una maggiore tutela dei minori ospitati nelle medesime strutture.
2. Le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza di cui al comma 1 possono essere visionate esclusivamente dalle Forze di polizia soltanto a seguito di denuncia di reato presentata alla competente autorità;
ART. 2.
(Vigilanza nelle strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio):
1. Le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio, convenzionate o no con il Servizio sanitario nazionale, nonché le strutture di carattere residenziale o semiresidenziale gestite direttamente dalle aziende sanitarie locali possono dotarsi di un sistema di videosorveglianza costituito da telecamere a circuito chiuso con immagini criptate, al fine di garantire una maggiore tutela degli ospiti delle medesime strutture.
2. Le registrazioni del sistema di videosorveglianza di cui al comma 1 possono essere visionate esclusivamente dalle Forze di polizia soltanto a seguito di denuncia di reato presentata alla competente autorità.
ART. 3.
(Caratteristiche del sistema di videosorveglianza):
1. Le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso di cui agli articoli 1 Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 480 e 2 sono automaticamente cifrate, al momento dell’acquisizione, all’interno delle medesime telecamere attraverso un sistema di criptazione a doppia chiave asimmetrica. La chiave pubblica è situata all’interno del firmware di ciascuna telecamera; la chiave privata rimane nell’esclusiva disponibilità di un ente certificatore accreditato, che la fornisce soltanto nei casi stabiliti dagli articoli 1, comma 2, e 2, comma 2, nonché negli altri casi previsti dalla legge.
2. Le telecamere non devono essere fornite di dispositivi di comunicazione con risorse esterne. Il flusso dei dati cifrati in uscita è trasmesso mediante un cavo ethernet o un sistema wi-fi criptato a un server interno non configurato per la connessione
La videosorveglianza e le Regioni
L’esigenza di tutelare e difendere le categorie più deboli ha portato anche alcune associazioni ad agire.
Da anni, – ha detto Antonio Affinita, direttore generale del Moige (Movimento italiano genitori) – ci battiamo per l’installazione di strumenti di deterrenza, come le telecamere di sorveglianza in tutte le strutture che entrano in contatto con i minori o i disabili. Il fine è quello di tutelare la loro salute e, soprattutto, azzerare i tempi delle indagini qualora vi fossero abusi e violenze”.
Alcune regioni e comuni italiani si sono così mossi in difesa della causa, stanziando fondi per l’installazione di sistemi di videosorveglianza.
La regione Lombardia è una delle prime che ha messo a disposizione per la causa 600 mila euro, che verranno ripartiti in formazione e videosorveglianza.
Il governatore lombardo Attilio Fontana dice si tratta di un provvedimento importante che vuole dare una risposta ai diversi episodi di maltrattamenti e prevenire che si possano verificare azioni di disagio o situazioni inopportune nei confronti dei minori.
Nel Friuli Venezia Giulia l’amministrazione regionale concederà contribuiti fino al 75% della spesa ammissibile.
A copertura di tale intervento sono previsti fino a 2 milioni di euro nel biennio ’19-’20 .
Le telecamere come deterrente di maltrattamenti, azioni violente e soprusi verranno installate previo accordi con le rappresentanze sindacali e con il coinvolgimenti delle famiglie
Ricordiamo che la proposta di legge vieta l’uso di webcam e stabilisce delle norme precise sull’utilizzo delle immagini video, accessibili solo dalle autorità giudiziarie in seguito a regolare denuncia per maltrattamenti e simili e secondo il codice penale.
Videosorveglianza e Privacy
Il tema dell’utilizzo di telecamere a circuito chiuso, sebbene regolamentato dallo stesso ddl, ha dato adito a non poche polemiche soprattutto in termini di tutela della privacy.
Sarà nostra premura non dare un’impostazione partitica ad un argomento così delicato, che vedrà intaccata la “libertà personale” in favore della tutela e sicurezza di minori, anziani e disabili.
La videosorveglianza, la privacy e le disposizioni normative sottolineate da Antonello Soro, Garante alla Privacy , verranno sviluppate successivamente sul nostro blog.